Razzi su Gerusalemme da parte di Hamas, bombe su Gaza da parte dei caccia israeliani. Con le sirene che tornano a suonare per la prima volta dal 2014, i rifugi antimissile a Tel Aviv ed altre città che tornano ad aprire e la conta delle vittime palestinesi che ricomincia. La scintilla di una situazione che ribolliva da giorni, sono stati gli scontri presso la spianata delle moschee, una fitta sassaiola tra manifestanti e Forze dell'Ordine e centinaia di feriti, secondo la Polizia, ha convinto le autorità israeliane a schierare l'esercito. A quel punto, dalla Palestina è stato lanciato un ultimatum, scaduto il quale, sono partiti almeno 30 razzi verso Israele, in vari punti. Si è trattata di una risposta, ha rivendicato Hamas, all'aggressione e ai crimini contro la Città Santa e le prevaricazioni contro il nostro popolo, nel rione di Sheikh Jarrah e nella moschea al-Aqsa. Sette di questi razzi, avrebbero avuto come obiettivo Gerusalemme. Così facendo, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Hamas ha varcato una linea rossa e pagherà un duro prezzo. Gli scontri potrebbero durare giorni, in un'escalation di violenza, accuse e propaganda, che preoccupa il mondo intero. La Casa Bianca, ha espresso forti preoccupazioni riguardo la situazione, l'Unione Europea, chiede lo stop immediato delle violenze a Gerusalemme e a Gaza.