Festeggiano i ribelli jihadisti nei territori conquistati della Siria. Una coalizione molto ampia dominata dall'HTS, Organizzazione per la liberazione del levante, unita da un unico obiettivo: Rovesciare la dittatura di Bashar al-Assad. Si combatte nelle strade di un Paese sofferente per una guerra civile senza fine, sempre più povero, con milioni di rifugiati all'estero che rischiano di aumentare. Dai ribelli arrivano rassicurazioni sullo scenario possibile. Il gruppo è stato a lungo affiliato di Al Qaeda ma Abu Mohammad al-Jolani, leader politico che aspira al comando, concedendosi alla Cnn ha parlato di errori del passato e promesso tolleranza religiosa. L'alto comandante, Hassan Abdel Ghani, ha garantito che settarismo e tirannia finiranno per sempre e che le minoranze saranno tutelate. Interessi e obiettivi di Iran e Russia, i sostenitori di Hassad, si intrecciano nella disgregazione del Paese ma nessuno a per ora avuto la forza per bloccare le milizie che avanzano con relativa facilità. Dopo un colloquio con Iran e Turchia, il Ministro degli Esteri Russo Lavrov ha chiarito che la federazione continuerà a fornire assistenza militare, ritenendo inammissibile consentire ad un gruppo di terroristi di prendere il controllo, ma le forze sono concentrate in Ucraina. Complicato l'invio di armi dall'iran, mentre è calato il supporto di Hezbollah decimato dagli attacchi israeliani. Tayyp Erdogan ha affermato che la Turchia non può permettersi di chiudere un occhio, che le minoranze siriane meritano la pace. Il Presidente aveva annunciato nei giorni scorsi l'avanzata a Damasco dei ribelli, tra cui gruppi vicini alla stessa Turchia. La Siria è nel caos, ha dichiarato Trump, ma non è un paese amico. Da parte di Hassad neppure una parola, ad annunciare un futuro in cui tutto è possibile.