Le colpe del figlio potrebbero ricadere sul padre. In un inaspettato colpo di scena la Polizia della Georgia ha arrestato Colin Gray il genitore del 14enne Colt, adolescente che l'altro giorno ha ucciso usando un fucile d'assalto trovato in casa due studenti e due insegnanti in un liceo di provincia non lontano da Atlanta. L'uomo deve rispondere di 14 capi di imputazione, quattro per omicidio involontario, due per omicidio di secondo grado e otto per crudeltà nei confronti del figlio. Tutte le accuse, hanno spiegato infatti le autorità, nascono dall'avere consapevolmente permesso a un ragazzino, notoriamente problematico e ossessionato dalle sparatorie, di avere l'arma con la quale ha compiuto la strage. Disturbi evidenti e neanche nascosti anzi palesati sui social media al punto che già un anno fa avevano attirato l'attenzione delle Forze dell'ordine. Uno sceriffo aveva interrogato padre e figlio prima di concludere che non c'erano prove che le minacce venissero proprio da lui. Il baby killer arrestato subito dopo la sparatoria comparirà per la prima volta davanti a un giudice venerdì mattina per la formalizzazione delle accuse di omicidio, ma qualcosa sta cambiando nel modo in cui la giustizia americana affronta questi casi. Lo scorso aprile in Michigan per la prima volta negli Stati Uniti anche i genitori dell'autore di una sparatoria a scuola furono condannati, 10 anni di galera per non essersi accorti dei problemi mentali del figlio al quale avevano regalato una pistola.