Non poter prendere decisioni autonome sulla propria vita e il proprio corpo. Eccola la forma base, il primo tassello della violenza contro le donne. Il resto, e cioè le aggressioni fisiche, le botte, gli abusi, i condizionamenti psicologici, il divieto di disporre delle risorse economiche viene di conseguenza. L'ultimo rapporto disponibile stilato dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione lascia sgomenti. Nei paesi per i quali esistono dati statistici in qualche forma, risulta che solo il 55% delle donne ha pieno potere decisionale sulle scelte in merito a sanità, contraccezione e rapporti sessuali. Si, il 55%. Vuol dire che in quasi la metà dei casi c'è qualcun altro che decide per loro. Questa è la mappa pubblicata sul sito del Fondo ONU per la popolazione che potete consultare anche voi. Più il colore è intenso più alta è la percentuale di donne che risulta soggiogata. Qualche esempio: Afghanistan 46%, Congo 37%, Bolivia 27%. Parliamo di centinaia di milioni di donne e ragazze a cui in definitiva, questo si può concludere, non appartiene loro corpo. Il matrimonio precoce, cioè prima dei 18 anni compiuti e deciso dagli uomini di casa, riguarda oltre 12 milioni di donne ogni anno. Lo scorso giugno in Sudan una ragazza di 20 anni è stata condannata a morte per lapidazione, al termine di un processo nel quale non le è stato concesso di avere nemmeno un avvocato difensore. La sua colpa? Adulterio. Negli ultimi mesi è partita una petizione internazionale per salvarla da questa barbarie. Solo nei paesi del Medio Oriente e dell'Asia meridionale si calcola che ogni anno vengono compiuti più di 5 mila delitti d'onore. Vittime, nemmeno a dirlo, quasi sempre le donne. Ogni giorno in famiglia ne vengono uccise 137 nel mondo e in quasi il 60% dei casi l'assassino è il partner o un altro familiare.