14 imputati di favoreggiamento, quasi 200 le parti civili, 144 i testimoni da sentire in udienza e calendarizzate sino a metà novembre in quattro diverse aule, in una Corte d'Assise speciale attivata ad hoc alla periferia di Parigi per ottemperare al necessario distanziamento in era Covid. Parte il processo per la strage Charlie Hebdo. Cinque telecamere per prima volta in Francia riprenderanno e registreranno un processo per terrorismo, per restituire alla storia tutte le fasi di accertamento della rete degli autori nell'assalto. I favoreggiamenti, i legami logistici con quella parte di società francese che ha iniziato a odiare il Paese abbeverandosi alla propaganda jihadista e inondando di terrore Parigi. Si tornerà dunque a parlare dell'assalto alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, in cui i fratelli Said e Sherif Kouachi, durante la riunione di redazione del 7 gennaio del 2015, hanno giustiziato 12 persone. Il calendario prevede 49 udienze per ricostruire anche la rete di Amedy Coulibaly, radicalizzato in carcere, che il giorno 8 gennaio ha ucciso una poliziotta nella banlieue sud di Parigi e il 9 ha ammazzato 4 ebrei durante la presa di un supermercato Kosher. Processata in contumacia anche la moglie, fuggita per unirsi ai combattenti dello stato islamico in Siria con altri due imputati che si ritiene siano morti sul fronte. Con la ripubblicazione nelle ultime ore delle vignette sul profeta, giudicate blasfeme e all'origine dell’assalto punitivo al settimanale satirico Charlie Hebdo e la difesa ufficiale da parte del Presidente Emmanuel Macron del diritto alla bestemmia, la Francia celebra questo maxi processo come un inno alla laicità e alla libertà di pensiero, in risposta alle barbarie del terrorismo di matrice religiosa.