È trascorso un giorno dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, ed un’agguerrita compagine di partiti populisti di destra, più o meno sostenitori del magnate americano, si riunisce nella città tedesca di Koblenz per fare il punto su un 2017, ricco di appuntamenti elettorali chiave nel Vecchio Continente. La più lanciata al momento sembra essere la leader del Front National, Marine Le Pen, che afferma come il primo vero soffio che abbia colpito quello che definisce il vecchio ordine e da cui partirà l’effetto domino, sia stata la Brexit, mentre il secondo è l’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Non è sola, Marine. Insieme a lei ci sono il leader del partito anti-Islam olandese, Wilders, la presidente di Alternativa per la Germania, Pretzel e il leader della Lega Nord, Matteo Salvini: “Governi responsabili, eletti dai cittadini, devono tornare a tutelare gli interessi nazionali. Questo è il nostro obiettivo: mandare a casa le Merkel, i Renzi e gli Hollande”. Considerato dagli stessi organizzatori un contro-summit europeo, quello lanciato dalle destre populiste è il segno di un movimento che spera di fare gruppo anche a livello internazionale. Del resto, il momento storico sembra particolarmente favorevole alla protesta populista, in vista degli importanti appuntamenti elettorali del 15 marzo in Olanda, del 23 aprile in Francia, delle elezioni federali di autunno in Germania e dell’incognita italiana, dove resta concreta la possibilità di elezioni anticipate. Un raduno che ha fatto sollevare non poche proteste, culminate in una marcia anti-summit: “Se consideriamo le loro idee, dalla pesante retorica anti Islam, all’isolazionismo politico, al forte nazionalismo, comprendiamo la loro pericolosità. Una pericolosità che dobbiamo fronteggiare”.