Terzo rinnovo per l'accordo sulla nomina dei Vescovi tra Santa Sede e Cina, un'intesa che con la firma del 22 settembre 2018 aveva aperto o meglio schiuso una pagina storica nei rapporti tra Roma e Repubblica Popolare Cinese, e che ora è stato esteso da due a quattro anni. Obiettivo, come si legge nella nota della Santa Sede, proseguire il dialogo rispettoso e costruttivo per lo sviluppo delle relazioni bilaterali, in vista del bene della Chiesa cattolica nel Paese e di tutto il popolo cinese. Del resto mentre si avvicinava la scadenza della terza proroga Papa Francesco aveva detto pubblicamente che da parte della Santa Sede c'era l'intenzione di proseguire il percorso negoziale insieme alla richiesta di vedere applicato l'accordo in maniera puntuale e di confrontarsi sui margini di un suo progressivo miglioramento. Sul volo di ritorno dal lungo viaggio apostolico in Estremo Oriente nel settembre scorso infatti, nel corso della conferenza stampa, il Papa aveva spiegato di essere contento dei dialoghi con Pechino, credo che la Cina, aveva detto, sia una promessa e una speranza per la Chiesa. L'accordo provvisorio aveva messo un punto a decenni di ordinazioni episcopali avvenute senza il consenso papale. Uno scenario completamente cambiato negli ultimi sei anni, cambiamento testimoniato anche dalla presenza di Vescovi della Cina continentale ai Sinodi in Vaticano e in altri appuntamenti, in Europa e America, segno della nuova collaborazione. Non mancano però le critiche all'interno della Chiesa cattolica sull'accordo con alcuni che l'hanno visto come un modo per consentire al governo comunista di soffocare i cattolici del Paese.