Dopo 484 giorni di prigionia, nelle prossime ore, dovrebbero essere rilasciati 3 ostaggi israeliani: Yarden Bibas, Ofer Kalderon e Keith Siegel Sono tutti uomini civili, imparentati con altre persone prese in ostaggio dai miliziani di Hamas all'alba del 7 ottobre 2023. I figli di Kalderon e la moglie di Siegel erano stati liberati durante una breve tregua tra Israele e Hamas nel novembre del 2023, mentre nel caso della famiglia Bibas la questione è più complicata. Yarden Bibas, 34 anni, è il padre di Kfir e Ariel Bibas, rispettivamente 2 e 5 anni, e marito di Shiri Bibas. Per Hamas i 3 sono stati uccisi in un raid, ma Israele non ha mai confermato la notizia. Secondo i termini del cessate il fuoco iniziato il 19 gennaio, se fossero stati vivi avrebbero dovuto essere rilasciati prima degli uomini, cosa che non è successa e che fa presupporre che non siano più in vita. Israele, in cambio, dovrebbe rilasciare 90 detenuti palestinesi, di cui 9 ergastolani e 81 condannati a diverse pene detentive. Una volta avvenuto il quarto scambio di ostaggi e prigionieri, previsto dall'accordo di tregua, dovrebbe riaprire il valico di Rafah che collega Gaza all'Egitto, chiuso dal lato palestinese dallo scorso maggio su decisione israeliana. I primi ad attraversare la frontiera saranno alcuni pazienti, probabilmente una cinquantina, bisognosi di cure in Egitto. Sulla base dell'intesa ogni giorno potrebbero varcare il valico fino a 300 feriti e malati, sotto la supervisione dei 18 membri della missione di monitoraggio europea EUBAM, European Union Border Assistance Mission, tra cui carabinieri italiani e militari di Spagna e Francia, riattivata il 27 gennaio su richiesta di Israele e dell'autorità palestinese con il pieno sostegno dell'Egitto. Intanto Emily Damari, la cittadina israelo- britannica liberata il 19 gennaio, primo giorno di tregua, in una conversazione telefonica con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha dichiarato di essere stata tenuta in ostaggio da Hamas a Gaza in una delle strutture dell'UNRWA, l'Agenzia delle Nazioni Unite, che si occupa dei rifugiati palestinesi, di essere stata ferita e di non aver ricevuto cure mediche. .