Quando è diventato chiaro che il signor Trump aveva perso le elezioni e che i mezzi legali per contestare i risultati elettorali erano falliti, ha fatto ricorso a una serie di comportamenti criminosi per mantenere il potere. Sono parole che pesano come piombo, quelle che il procuratore speciale Jack Smith scrive nel suo rapporto sulle interferenze elettorali e nelle consultazioni del 2020 e sull'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio successivo. Era inevitabile che la decisione di pubblicare il volume del rapporto, redatto da Smith, avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora, tanto più che si legge, anche che se Trump non fosse stato eletto il futuro inquilino della Casa Bianca sarebbe stato sicuramente condannato. Per altro, finora quel che è emerso, è solo il volume 1 del rapporto, la parte, cioè, che si riferisce a interferenze e assalto a Capitol Hill, mentre sul volume 2 che riguarda le carte riservate e tenute nella residenza privata di Mar-a-Lago in Florida, la giudice Aileen Cannon, nominata dal futuro presidente, si è riservata di decidere in un secondo momento. Lo squilibrato Jack Smith non è stato in grado di perseguire con successo l'avversario politico del suo capo, il corrotto Joe Biden e così ha finito per scrivere un altro rapporto basato su informazioni che il comitato non eletto di sgherri e teppisti ha illegalmente distrutto e cancellato perché mostravano quanto fossi totalmente innocente. Come al solito Donald Trump ha privilegiato il cannone anziché il fioretto nel suo affondo polemico, ma al di là delle provocazioni non ci sono repliche puntuali al rapporto. Il rapporto redatto da Smith contiene invece un resoconto dettagliato dei tentativi di Trump di rovesciare le elezioni del 2020, comprese le sue pressioni sui funzionari statali, le pressioni sul vice presidente Mike Pence e come i sostenitori di Trump abbiamo attaccato il Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio. Gli elettori si sono pronunciati all'argomento di Trump, che per dargli più forza lo ha scritto tutto maiuscolo e con tre punti esclamativi e questo è incontestabile, anche se secondo il procuratore Smith, il popolo si era pronunciato anche 4 anni fa ma contro re Donald. Ma in quel caso, sembra che il volere popolare contasse un po' di meno.