Le nomine di Trump adesso preoccupano anche i trumpiani. Una in particolare, quella di Hegseth a capo del Pentagono. Vecchie accuse di molestie sessuali, di cui lo stesso Trump non era a conoscenza, mettono a rischio la conferma del candidato e ora si teme che altri scheletri possano uscire dall'armadio. I collaboratori di Trump, secondo la Cnn, non si si fidano dell'FBI e stanno bypassando i tradizionali controlli che la polizia federale esercita sul passato di chi viene nominato per ruoli di governo. Trump ha puntato sui fedelissimi, con l'obiettivo di rivoluzionare dall'interno governo e burocrazia, ma alcuni dei prescelti non avranno vita facile nel corso della procedura di conferma in Senato. È il caso di Robert Kennedy Jr al Dipartimento della Salute. È il caso anche di Matt Gaetz, aspirante attorney general. I senatori chiedono che il comitato etico della Camera, che ha indagato su di lui, diffonda il rapporto relativo alle accuse, ma lo speaker repubblicano Johnson si oppone. Dalla Florida, dove ha ricevuto il leader argentino Milei, il Presidente eletto lima le sue stesse nomine. Così Doug Burgum, già agli Interni, acquista anche l'incarico di Zar dell'energia. Karoline Leavitt sarà portavoce del Presidente. Tra i posti ancora da riempire ce n'è uno particolarmente importante, quello di Segretario al Tesoro. Il nome che circola con più insistenza è quello Scott Bessent, manager di hedge fund con una lunga esperienza a Wall Street. Un moderato tutto sommato, troppo per i trumpiani più ortodossi. Bessent infatti potrebbe non essere particolarmente favorevole alla guerra commerciale promessa da Trump. Abbiamo raggiunto un momento di significativi cambiamenti politici, ha detto Biden in Perù. Parlava ai leader di Giappone e Corea del Sud, ma è ovvio che stava pensando soprattutto agli Stati Uniti.