“È una delle questioni che stavano più a cuore alle persone che mi hanno votato”. Donald Trump annuncia così dalla Casa Bianca il nome del nuovo giudice che ha scelto per la Corte suprema: si tratta di Neil Gorsuch, 49 anni, del Colorado. Erano venticinque anni che non si scioglieva qualcuno di così giovane per questo ruolo, un ruolo in cui l’età non è un dettaglio, dato che l’incarico è a vita. Gorsuch va, infatti, a prendere il posto del conservatore Antonin Scalia, morto quasi un anno fa, ma mai sostituito da Obama per l’ostruzionismo del Congresso a maggioranza repubblicana. In tutto i giudici sono nove e con Gorsuch si ristabilisce una maggioranza conservatrice, anche se lui viene considerato più moderato rispetto ad altre possibili scelte che Trump stava prendendo in considerazione. Tuttavia, i Democratici annunciano battaglia in Senato, dove la nomina dovrà essere confermata, anche perché ormai l’ostruzionismo è la regola con cui l’opposizione sta cercando di rallentare e ostacolare le scelte di Trump anche in ambito governativo, tanto che Jeff Sessions, l’uomo scelto come Ministro della giustizia, ancora non è stato confermato, nonostante il caos degli ultimi giorni al Dipartimento di giustizia, con il licenziamento da parte della Casa Bianca del Ministro ad interim Sally Yates, che si era rifiutata di far difendere in tribunale dai procuratori l’ordine esecutivo con cui il Presidente ha messo al bando per quattro mesi immigrati e rifugiati di sette paesi a maggioranza musulmana. Un provvedimento che continua a generare divisioni e polemiche nonostante, secondo i sondaggi, una leggera maggioranza dei cittadini americani sia d’accordo con questa chiusura. Ieri a scagliarsi contro il decreto è stato anche il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, secondo cui il bando è miope, discriminatorio e, se lo scopo è garantire la sicurezza degli americani, rischia anche di essere inefficace.