La Cina non resterà certo a guardare se la sua sicurezza nazionale verrà in alcun modo minacciata e le conseguenze saranno molto serie. Così, poche ore fa, il portavoce del Governo cinese Zhao Lijian, che ha risposto alle domande pressanti della stampa estera a Pechino, circa la visita oramai apparentemente imminente della speaker della Camera, Nancy Pelosi. Pur non essendo ancora stata ufficialmente confermata, fonti diplomatiche di Taiwan e di stampa USA, affermano che la Pelosi, terza carica dello Stato USA, potrebbe arrivare a Taiwan fin da domani sera, in transito tra Singapore dove attualmente si trova, e Seul in Corea del Sud, dove l'attende un incontro ufficiale con il nuovo presidente conservatore, Yoon Suk-yeol. Nel corso della sua visita, la prima dopo oltre 25 anni da parte di una così alta carica dello Stato, la speaker della Camera dovrebbe incontrare tutte le maggiori autorità del Paese, compresa la presidente Tsai Ing-wen, che nei giorni scorsi, secondo alcuni media locali, aveva espresso perplessità sull'opportunità in questo momento di questa visita. Non è la prima volta che Pechino protesta per quelle che considera interferenze e provocazioni da parte degli Stati Uniti, che pur non riconoscendo il Governo di Taiwan e aderendo come la maggior parte dei Paesi europei e del resto del mondo al principio di una sola Cina, sono legati all'isola, di fatto indipendente ma di cui Pechino rivendica da sempre la sovranità, da un patto di sicurezza e di assistenza militare in caso di attacco. Nel frattempo, nelle acque circostanti e nei cieli sopra l'isola, si sono intensificate le manovre della Marina e dell'Aviazione militare cinese, mentre il Pentagono annuncia che sono state prese tutte le misure per difendere adeguatamente l'aereo della speaker e della delegazione di Deputati che ospita.