Dieci mesi di conflitto e un'arma in più di cui avere paura, il freddo. L'Ucraina già piegata da una guerra implacabile, adesso ha un altro nemico da fronteggiare sul campo: l'inverno rigido con temperature che stanno drasticamente scendendo fino a -20°. Sono 10 milioni le persone rimaste nel Paese senza elettricità e senza riscaldamento a causa degli attacchi russi alle infrastrutture. Nella sola città di Kiev la compagnia energetica della capitale stima che metà della rete elettrica sia stata danneggiata dopo i pesanti raid russi del 23 novembre. A Bucha, diventata tristemente una delle città simbolo di questo conflitto per la strage di cittadini ucraini, i continui blackout e la carenza di gas non aiutano. È proprio qui che CESVI, organizzazione umanitaria laica e indipendente, insieme alle autorità governative sta allestendo i primi 11 heating point, zone dove la popolazione può ripararsi dal gelo e ricevere beni di prima necessità come cibo, bevande calde, coperte e omogeneizzati per i bimbi più piccoli. Si tratta di rifugi riscaldati posti nei pressi di edifici pubblici per poter usufruire di internet, servizi igienici e riparo in caso di attacchi missilistici. L'obiettivo e la speranza è di poter aiutare soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione.