L’Ucraina è stanca, stanca di guerra. Mille giorni sono lunghi, infiniti addirittura per chi combatte in trincea, ma anche per chi assiste l’esercito dalle retrovie. Tanti ne sono passati dall’inizio dell’invasione russa, e a breve Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca, cambiando verosimilmente in maniera radicale la politica americana verso Kiev, almeno così ha promesso, tanto che Biden si è affrettato a far sapere che chiederà al Congresso nuovi fondi entro la fine dell'anno e ha chiesto al rivale di non abbandonare l'Ucraina. Il numero di militari ucraini feriti o uccisi è secretato, ma nessuno dubita che le cifre siano enormi, nell’ordine delle centinaia di migliaia. Lo sanno i vertici politici e militari, lo sanno le innumerevoli famiglie che non hanno più visto tornare i loro cari. Mentre i russi avanzano a un ritmo mai visto prima, al fronte, dal lato ucraino, mancano le armi e le munizioni, come sempre, ma soprattutto i ricambi, con soldati costretti a tenere le posizioni ad oltranza. Non ci sono più uomini, nonostante la nuova legge sulla mobilitazione, approvata da Zelensky con troppo ritardo, abbia visto la polizia e le forze speciali rastrellare i renitenti anche nei bar di Kiev. Quasi mille giorni di guerra hanno stancato e piegato anche la società ucraina, costretta a subire blackout continui, e che peggiorano di anno in anno, a far studiare i bambini e i ragazzi on-line o in strutture sotterranee, a compulsare quotidianamente le App che avvertono dei raid russi, per scappare in tempo nei rifugi antiaerei. Stando agli ultimi sondaggi, riportati da Urainska Pravda, il 32% degli ucraini sarebbe pronto al compromesso territoriale pur di avere la pace subito. Quindi rinuncia ai confini del '91, nonostante ufficialmente il governo continui a chiedere indietro tutto, inclusa la Crimea. Zelensky adesso ripete il mantra di Trump, quello della pace attraverso la forza, nella speranza di conservare l’alleato americano dalla sua parte. Ma le concessioni che l’Ucraina dovrà fare, oltre al 20% di territorio, saranno verosimilmente molto grandi, a partire dalla rinuncia alla Nato. Perché la pace, come la storia, viene scritta dai vincitori, che al momento sono i russi.