Tutta l'Ucraina si è svegliata sotto un massiccio martellamento missilistico. Anche Kiev è martoriata dai pesanti bombardamenti russi. La popolazione riempie i rifugi allestiti nelle gallerie della metropolitana, le cui corse vengono bloccate. Sospesa anche la fornitura di acqua. Le esplosioni hanno colpito la riva sinistra del fiume Dnipro, nella capitale, mentre l'amministrazione militare ha detto che un missile è stato abbattuto a Bucha. I raid hanno colpito anche diverse zone dell'Ucraina. A Kryvyj Rih, città meridionale dove è nato il Presidente Zelensky, un palazzo è stato colpito e potrebbero esserci molte vittime sotto le macerie. Intanto nell'Ucraina centrale, l'intera regione di Poltava è senza luce. Blackout anche nel distretto Nord-Orientale di Sumy e a Kharkiv a causa dei pesanti danni inferti alle infrastrutture energetiche. Il sinistro allarme antiaereo è risuonato in tante regioni, da Chernihiv a Mykolaiv. Le autorità hanno moltiplicato gli appelli a restare nei rifugi. 15 missili sono sono stati lanciati anche sulla regione di Zaporizhzhia, anche qui a rischio la distribuzione di corrente elettrica e di acqua. Intanto arrivano nuove dichiarazioni dell'ex Presidente russo Medvedev, che su Telegram scrive: «tra gli obiettivi militari legittimi di Mosca ci sono anche le forze armate degli alleati di Kiev che sono entrate in guerra», oltre alla leadership politico-militare del Paese nemico. Ieri, in un briefing tra Zelensky e i suoi generali, si era prospettato infine il timore di un attacco su vasta scala dal Donbass, da Sud, o anche dalla Bielorussia, che potrebbe essere sferrato già a gennaio o al massimo in primavera. La Russia, infatti, sta ammassando truppe e armi per una nuova grande offensiva invernale in Ucraina. Anche alla luce di questo non passa inosservato l'annuncio che Putin, il 19 dicembre, sarà a Minsk per incontrare il suo fedele alleato, il Presidente bielorusso Lukashenko.























