Papa Francesco torna a parlare del conflitto in Ucraina e usa parole senza mezzi termini: Questa guerra è folle, dice, e gli attacchi sono barbari. "Porto ogni giorno nel cuore la cara e martoriata Ucraina che continua ad essere flagellata da barbari attacchi come quello che ha colpito il centro commerciale di Kremenchuk. Prego che questa folle guerra possa vedere presto la fine". E all'Angelus per la festa dei Santi Pietro e Paolo parla anche della siccità (l'ecologia e la tutela del creato non sono una moda, il futuro è nelle nostre mani) e degli incendi che colpiscono Roma. "La siccità rappresenta ormai un problema grave. Auspico che si attuino le misure necessarie a fronteggiare queste urgenze e a prevenire le emergenze future". In mattinata messa nella Basilica Vaticana. La statua di San Pietro è vestite con gli abiti liturgici solenni, sul capo una preziosa tiara. E all'omelia Francesco fa un forte richiamo alla Chiesa. La Chiesa, dice, non può essere ripiegata su se stessa, non deve avere catene né muri, non deve cadere nel clericalismo e deve sfuggire la nostalgia del passato e l'indietrismo che è di moda. "Una Chiesa che si alza in piedi, non ripiegata su se stessa, capace di spingere lo sguardo oltre e di uscire dalle proprie prigioni per andare incontro al mondo". Liturgia curatissima e in giornata viene pubblicata una lettera Apostolica di Francesco sulla liturgia dal titolo "Desiderio desideravi", desiderio ardente, in cui si rivolge anche ai tradizionalisti che contestano la riforma liturgica uscita dal Concilio e che causò lo scisma lefebvriano. Basta polemiche sulla liturgia, scrive Bergoglio, riscopriamo la sua bellezza e non strumentalizziamola per visioni idiologiche, qualunque esse siano. Impariamo a cogliere lo stupore dall'oceano di grazia che inonda ogni celebrazione.