Prima chiede aiuto all'Occidente preoccupato per l'ammassarsi di truppe russe ai suoi confini, ora il Presidente ucraino Zelensky esorta gli alleati a non scatenare il panico, per niente convinto che un'invasione sia imminente come invece gli ripete Joe Biden. Zelensky semmai si dice preoccupato per possibili danni economici o destabilizzazioni da parte di Mosca e chiede 4 o 5 miliardi di dollari di aiuti. In effetti anche il Segretario Generale della NATO Stoltenberg reputa possibili offensive non convenzionali come cyber attacchi, sabotaggi o colpi di Stato. Ma certo non rassicura il fatto che i soldati russi ai confini dell'Ucraina siano ormai oltre 112 mila, né che Mosca stia inviando scorte di sangue per curare eventuali feriti. I canali diplomatici, comunque, continuano a muoversi. Macron, Presidente di turno dell'Unione Europea, in una telefonata a Putin ha esortato a trovare i mezzi per una de-escalation rilanciando gli accordi di Minsk del 2015 e il cosiddetto "Formato Normandia" (Francia, Germania, Russia e Ucraina) che tornerà a riunirsi tra due settimane. Dal canto suo il Presidente russo ha rimarcato la volontà di continuare a dialogare nonostante, dice, USA e NATO abbiano ignorato le preoccupazioni di Mosca. E mentre continua l'attivismo del Presidente turco Erdogan che punta a un ruolo di mediatore e, dopo aver invitato Putin, si appresta a incontrare anche Zelensky, l'Europa, Germania in testa, fa i conti con una possibile stretta russa alle forniture di gas, in caso la crisi precipitasse. In un comunicato congiunto Joe Biden e Ursula von der Leyen spiegano di stare lavorando per evitare uno shock alle forniture e già la prossima settimana la Commissaria Europea all'Energia Simson sarà in visita in Azerbaigian.