L'Italia, come sapete, è un partner molto molto importante per il Regno Unito, rappresenta il nostro primo accordo di libero scambio. Di fatto siamo i più grandi investitori in Italia, al di fuori dell'Unione Europea. Circa 21 miliardi di sterline di denaro britannico sono stati investiti in Italia, ho sempre considerato il traffico commerciale in entrambe le direzioni molto importante. Ha iniziato la scuola a Roma e quindi sono sempre stato in grado di muovermi avanti e indietro tra i due paesi con facilità. Vorrei che questo fosse possibile per tutti gli italiani e gli inglesi. È anche vero però che molte nazioni stanno cercando di capire quale sia il giusto approccio all'immigrazione verso chi viene in visita, chi necessita visti, verso gli studenti. Il Regno Unito accoglie una percentuale straordinariamente elevata di persone provenienti dall'estero e punta a riequilibrare il suo sistema di visti e costi relativi. E sì sono aumentati, ma non è un fenomeno anti italiano. È un aumento che si è reso necessario nel suo complesso per controllare l'immigrazione in generale. Personalmente credo che dobbiamo esaminare la questione con molta molta attenzione. Ho già detto che dobbiamo essere aperti, trattare tutti allo stesso modo ed essere accessibili, se vogliamo che Londra prosperi, questo aspetto è importante, almeno quanto la cura del nostro bacino di talenti, come centro finanziario globale del mondo. Londra deve avere i migliori talenti del mondo e questo è un ritornello costante che abbiamo qui. Ieri mattina, ad esempio, ho organizzato una colazione con i leader della City. Il tema della discussione, l'accesso ai visti. Vogliamo assicurarci che sia il più agevole e meno costoso possibile. La City di Londra è sempre a favore di un commercio aperto. La nostra situazione ideale è quando ci sono accordi commerciali aperti e far parte di un mercato comune è stata una cosa molto positiva. La Brexit ha causato un po' di danni. Ci ha fatto cambiare in molti settori, abbiamo perso alcuni posti di lavoro, ma siamo stati anche molto rinvigoriti. In realtà i numeri complessivi sono enormemente positivi. Otto anni fa, nel 2016, avevamo 525 mila persone che lavoravano nel miglio quadrato della City, ora ne abbiamo 615 mila, si tratta di un aumento netto di 90 mila unità.