Washington, in 500 mila alla marcia delle donne contro Trump

21 gen 2017
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Nel suo primo giorno da Presidente, la voce che a Washington Donald Trump sente più forte è quella delle centinaia di migliaia di donne venute da tutto il Paese per manifestare contro di lui, con una marcia che, partendo dal National Mall, è arrivata fino alla Casa Bianca. Mai l’insediamento di un nuovo Presidente era stato così controverso e contestato negli Stati Uniti, tanto da richiamare, il giorno dopo il suo ingresso alla Casa Bianca, milioni di persone in piazza, e non solo in America. Manifestazioni simili, infatti, si sono svolte anche a Parigi, a Londra, a Sydney. Un segnale chiaro per il nuovo Presidente, che ha vinto le elezioni anche grazie alle paure di una classe media che non si è sentita tutelata e protetta in questi ultimi otto anni. Ma ora dovrà trovare la chiave per rispondere ad altre paure, quelle di chi non pensa che lui sia la persona giusta per tutelare diritti e libertà acquisite. Centinaia di migliaia di persone sono venute a marciare oggi a Washington, numeri che superano di gran lunga le aspettative – dicono gli organizzatori – e soprattutto che sono molto più importanti di quelli di ventiquattr’ore fa, quando su queste stesse strade a marciare, a sfilare e a omaggiare il Presidente Trump c’erano, invece, i suoi sostenitori. Ma quali sono le ragioni di questa manifestazione oggi? “Perché anche da uomo è importante essere qui oggi?”. “È importante essere qui con tutte le persone che mister Trump non rappresenta. Tutti”. “In che cosa non la rappresenta il Presidente Trump?”. “Perché non sono rappresentato da mister Trump? Perché credo nella democrazia americana, che prevede una democrazia per tutti”. “È importante essere qui per mostrare che, come nazione, siamo più forti tutti uniti e dobbiamo veramente far valere i nostri diritti e non rimanere in silenzio”. “Per i miei diritti personali. Ho sessantacinque anni e sono preoccupata per le giovani donne che ci sono adesso, per le mie nipoti, i miei nipoti, e per tutte le donne del mondo, la tutela dei diritti delle donne e anche la tutela dei diritti degli uomini. Ogni uomo ha una madre”. Un debutto non semplice per il Presidente Trump, che in giornata si è recato a messa con la famiglia ed è andato a visitare il quartier generale della CIA, passando per le strade di una Washington blindata e di un’America lacerata e divisa, che si appresta a governare, anzi, come lui stesso ha spiegato, a rivoluzionare nei prossimi quattro anni.

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