Nell'Aula della Camera si dipana la variegata serie di posizioni politiche sul conflitto in Ucraina e, nello specifico, sull'invio di armi. Si votano le mozioni di maggioranza e opposizioni e se, come è scontato, passa quella del centrodestra che «impegna il Governo a sostenere le iniziative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l'autorizzazione» anche del sostegno militare, è significativo che vengano approvate quelle di PD e Azione-Italia Viva, quest'ultima tranne una parte. Le visioni infatti non sono distanti e a restare contro l'invio di armi, di fatto, ci sono 5 Stelle e Alleanza Sinistra e Verdi, le cui mozioni infatti vengono respinte. Il titolare della Difesa Crosetto sottolinea: "io vengo attaccato come guerrafondaio perchè sto dando esecuzione a un decreto che ha fatto un Governo che era votato da quello che mi dà del guerrafondaio. Io sono abituato a non cambiare opinione. E così faremo". Le diverse convinzioni dell'opposizione le sintetizzano gli interventi di Conte e, per il PD, di Amendola. "Se il Governo vuole perorare, continuare a perorare questa linea guerrafondaia -armi a oltranza, zero negoziati- non si nasconda, venga in Parlamento a dirlo. Venga in Aula, faccia votare il Parlamento. Venga a metterci la faccia". "Non vedo nessuna contraddizione con le scelte fatte nell'aiuto economico, umanitario e di difesa del popolo ucraino, poiché senza quello sforzo europeo e degli alleati non staremmo qui a dibattere di negoziati e di come aprirli ma piuttosto delle pretese insindacabili di un Paese occupante". Il Ministro degli Esteri Tajani annuncia a breve un decreto in Consiglio dei Ministri per prorogare oltre il 31 dicembre gli aiuti e l'invio di mezzi militari all'Ucraina.