Se voi guardate i Paesi europei, vi è chi lo ha bloccato, vi è chi, diciamo, mette i limiti di età dai 55 in su, dai 60 in su. Chiaramente serve un'uniformità perchè anche questo crea ovviamente anche sfiducia nella vaccinazione. Quindi immagino che, con l'andare avanti della vaccinazione, con l'andare avanti del vaccino AstraZeneca, con tutto ciò che è la farmacovigilanza, quindi non solo la simulazione dei casi, ma anche la valutazione dei piccoli casi, è possibile, non dico che è probabile, ma è possibile, che possano essere fatte delle raccomandazioni che possono essere o più restrittive, nel senso che diciamo, escludo ovviamente lo stop del vaccino, però più restrittive per età nel dire sopra questa età sì, sotto questa età no. L'altra possibilità è che invece non vengano fatte delle misure restrittive ma vengano date delle raccomandazioni su quello che è il controllo successivo in una determinata categoria di pazienti. Noi abbiamo avuto in Inghilterra 30 casi su poco meno di 20 milioni di dosi somministrate. I rimanenti Paesi 60 casi o poco più su 10 milioni di dosi utilizzate. Capite che stiamo parlando di numeri veramente esigui, pur tuttavia, questi pazienti che hanno sofferto di questa complicanza, cioè chi è deceduto, purtroppo, e chi invece ha avuto delle lesioni, che magari sono in via di guarigione, potrebbero avere un minimo comun denominatore che fa sì che possa essere individuata quella categoria di persone per le quali serve un monitoraggio più stretto e delle precauzioni maggiori. Ecco poi a cosa servono le indicazioni che dà ogni Ente regolatorio. Perché in una mia intervista, qualche giorno fa, ho detto EMA, perché vede, se AIFA dà una linea, poi la Germania ne dà un'altra, la Francia un'altra ancora, si crea una confusione nei confronti di un vaccino che è stato scelto in Europa e distribuito in Europa in maniera uniforme. Quindi è proprio a livello centrale che devono essere date delle indicazioni chiare, di sicurezza, e siamo sicuri che questo vaccino sia estremamente sicuro e i vantaggi sono chiaramente nel farlo. Ci sono molti più rischi nel non fare il vaccino che nel farlo considerando, ripeto, l'esiguità di questi numeri, non c'è proprio paragone. Però se esiste una sottocategoria di pazienti a maggior rischio, l'analisi che viene fatta sui casi segnalati da tutti quanti i Paesi, può portare a maggiore accortezza in quella sottocategoria di pazienti nel caso che venga dimostrato un nesso causa-effetto, o anche un semplice sospetto. Non serve per forza un nesso causa-effetto ma anche un semplice sospetto potrebbe portare a una restrizione o a un cambiamento di quelli che sono i limiti e le linee di indirizzo.