Ci sono tutti, in prima fila. Sala degli Specchi. Ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica i moschettieri azzurri, dal protagonista assoluto Jannik Sinner a capitan Volandri, da Sonego a Musetti, da Arnaldi a Bolelli e Vavassori, fino a Berrettini. Quelli della finale vinta e chi in finale aveva contribuito a portarci. Quella coppa Davis, con il trionfo di Malaga a fine anno, tornata in Italia dopo la storica vittoria in Cile di Panatta e compagni nel 76. Altri tempi e altro tennis, ma soprattutto altra formula per quella che il presidente della Federazione Tennis Binaghi definisce senza dubbio la competizione più bella e affascinante al mondo. Sergio Mattarella, come ricorda Sinner, fresco vincitore degli Australian Open, anche qui dall'ultimo Slam, sempre di Panatta nel lontano 76, mostra le sue conoscenze in fatto di tennis. Appassionato di sport e del mondo dello sport, il Capo dello Stato ricorda lo spirito di squadra e la semplicità dei ragazzi, la normalità nei loro comportamenti, tra entusiasmo e lealtà, fattori e valori importanti per un gruppo. Poi confessa, rivivendo la finale di Melbourne, parlando a Sinner, che tra gli impegni di quelle ore è riuscito a vedere il match a partire dal quarto set, dal 2-1 per Medvedev. "Devo confidarle che, anche se la domenica, quel giorno ero impegnato, ho potuto guardare la TV soltanto all'inizio del quarto set. Questo ha giovato al mio buonumore, perché non ho vissuto i primi due set. Ma subito ho avuto la certezza che lei avrebbe vinto". Attenzione, ora, ai prossimi traguardi ma senza troppa pressione, dice Mattarella, davanti ci sono i tornei e l'Olimpiade. "Portare qua un successo dopo 47 anni rappresenta una squadra con tanto sacrificio ma soprattutto la voglia di vincere". Al Quirinale è tempo di sport, e negli ultimi anni i risultati e le visite delle nazionali non sono mancati. "Sta diventando una bellissima consuetudine questo incontro al Quirinale, nella casa degli italiani, con il mondo dello sport".