Qui siamo al Quarticciolo, sulla via Prenestina. Ci sono sacchetti di ogni genere abbandonati in mezzo al prato, sotto gli occhi di tutti, senza nemmeno cercare più di nasconderli. Questi i livelli di grado raggiunti a Roma, dove ci sono i cassonetti ancora stracolmi e discariche abusive che nascono come funghi. In alcune zone i miasmi sono così forti che la gente lancia i sacchetti dai finestrini delle auto. Anche in questo caso, come capita. In questa situazione che il Ministro dell'Ambiente, Costa, ha definito esplosiva, l'AMA, che è la municipalizzata dei rifiuti, resta ancora una volta senza governance. Ieri si è dimesso il sesto CdA in tre anni, a poco più di cento giorni dal suo insediamento. Lo scorso luglio la rottura con il Campidoglio sul bilancio 2017. In ballo c'è un credito da 18 milioni di euro per i servizi cimiteriali che l'azienda vanta nei confronti del Comune. La Raggi ha già nominato Stefano Zaghis amministratore unico, il settimo in tre anni. L'AMA ha debito verso i fornitori per 235 milioni, più 135 in mutui e finanziamenti passivi, al netto di un utile di 564 mila euro. 7800 dipendenti, uno su quattro spesso malato, un camion su due spesso non funzionante. Di quattro TMB a Roma in questo momento ne funziona uno soltanto, quello di Rocca Cencia. Qui vengono trattate al giorno 750 tonnellate di rifiuti indifferenziati, ne restano altre 2000 tonnellate, che vanno... vengono portate fuori città, fuori Regione, oppure in impianti privati. Portare questa immondizia fuori dai confini della capitale costa 200 milioni di euro l'anno. L'ordinanza della Regione dello scorso luglio, che obbligava tutti gli impianti del Lazio ad accogliere la spazzatura della capitale, è stata prorogata di 15 giorni. Troppo pochi, si teme, per scongiurare il tracollo. La sindaca Raggi deve fare i conti con il gelo del Ministro Costa dopo le accuse di essere stata abbandonata, con i sindacati pronti allo sciopero e con le opposizioni. Salvini annuncia una mozione di sfiducia, in una raccolta firme contro di lei.