La tensione di queste ore tra Conte e Draghi non pare destinata a svanire in tempi rapidi, certo non prima dell'incontro tra i due fissato per il prossimo lunedì. Nelle ultime ore solo una telefonata che a quanto pare è servita esclusivamente a fissare il faccia a faccia di inizio settimana. Al momento non sembra non essere bastate le dichiarazioni pubbliche del Premier sull'importanza del Movimento 5 Stelle e su un perimetro di maggioranza immodificabile, almeno a sentire Conte. "Non è solo questione di dichiarare l'importanza del Movimento 5 Stelle nell'ambito di questa maggioranza, bisogna essere conseguenti. È chiaro che bisogna confrontarsi con il Premier Draghi, quindi ci mancherebbe che non ci sia un'occasione per chiarire questo nostro disagio politico." Sulla permanenza dello stesso Movimento dentro la maggioranza Conte non scioglie i dubbi, anzi dice che sarà una decisione presa nell'ambito della comunità e chi ci sarà un coinvolgimento degli organi politici. E se una fronda consistente di parlamentari grillini spinge perlomeno per l'appoggio esterno, dalla compagine ministeriale Fabiana Dadone esclude categoricamente una celta di questo tipo. Fibrillazioni duramente condannate dall'ormai ex compagno di partito Luigi Di Maio. "Io credo che non si possa, in un momento così difficile, della storia dell'Italia, non credo assolutamente che si possa continuare a picconare il Governo. Minacciare crisi a giorni alterni non fa nient'altro che indebolire il Paese." Ministro, che pur non citato, parrebbe l'oggetto di un post al vetriolo di Beppe Grillo sulla fenomenologia del tradimento e del traditore, affondo che non sembra turbarlo più di tanto. Non possiamo inseguire il dibattito interno alle forze politiche, chiude, a Grillo ho già risposto.