Corsa al Colle con incognita Omicron

08 gen 2022
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Più degli accordi nascosti, dei patti segreti, dei tavoli sul metodo, a preoccupare - e accomunare - la politica nella corsa al Colle è la variante Omicron. Questa è la settimana in cui tutti sono disposti a parlare con tutti e a trovare accordi con qualunque partito. I DEM, con Debora Serracchiani, fanno sapere di essere disposti a dialogare con il centrodestra, purché si tolga dal tavolo il nome di Berlusconi. Il Vicesegretario della Lega Fontana parla di porta aperta a Italia Viva e MoVimento 5 Stelle. Italia Viva - dice - è il gruppo che più si avvicina al centrodestra dopo il Gruppo Misto, e il MoVimento 5 Stelle perché è il gruppo di maggioranza relativa, sottolinea il vice di Salvini. La sinistra - sostiene ancora Fontana - non ha i numeri per imporre un suo uomo. Secondo il PD serve una larga maggioranza, la massima condivisione possibile su un nome che sia all'altezza dei tempi che stiamo vivendo. All'orizzonte solo due nomi teorici, nessuno dei due è ufficialmente candidato: Silvio Berlusconi e Mario Draghi. Il primo è quello che più fa i conti con la variabile Omicron, che potrebbe più dei franchi tiratori se colpisse coloro che sono sulla lista dei potenziali sostenitori. Il Cavaliere pensa già alla quarta chiama, quando basterà la maggioranza semplice degli aventi diritto. Troppo pochi per un consenso pieno, tuonano da sinistra. Ma i conti sono conti. Sempre che Berlusconi non preferisca, alla fine, il ruolo di kingmaker, indicando lui stesso il successore di Mattarella, magari proprio Mario Draghi. Manca un regista, al momento, per la sua elezione e anche chi, nel Gruppo Misto o in altri partiti, volesse votarlo al momento non sa a chi rivolgersi. Per la sua elezione servirebbe poi un patto di Governo forte in modo da saldare l'attuale maggioranza e non far sfilare Salvini che avrebbe così un anno di vantaggio di campagna elettorale, pensano i DEM. Salvini dal canto suo rassicura, Draghi deve continuare a far bene. Senza specificare se a Palazzo Chigi o al Colle. E ancor di più, a questo punto, come suggerisce il Segretario DEM, la decisione sul Quirinale deve essere accompagnata da un accordo su Palazzo Chigi.

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