In attesa del prossimo Decreto per tamponare gli effetti della guerra in Ucraina su famiglie e imprese italiane, e il tema è quello del caro prezzi e caro energia, le richieste dei partiti al Governo, che ci sta lavorando e lunedì dovrebbe portarlo in Consiglio dei Ministri, sono articolate. Per il centro-destra una delle chiavi su cui puntare è il fisco, Salvini torna a battere su questo tasto. Per il centro-sinistra lavoro e salari restano uno dei punti cardine. "Qualunque proposta di taglio delle tasse avrà il sostegno della Lega. Mi piacerebbe sapere cosa pensano della pace fiscale, dopo due anni di pandemia, tutti gli altri partiti". "Mentre si aiutano le imprese gli si chiede anche una disponibilità a rinnovare o adeguare, soprattutto nei comparti meno colpiti, i trattamenti salariali". I 5 Stelle, ma su questo in parecchi concordano, rilanciano la necessità di innalzare il prelievo su gli extra profitti ai grandi gruppi energetici. Ma è sulla questione invece armi al Ucraina, col secondo Decreto interministeriale secretato, il clima politico si surriscalda. Conte ribadisce il no a armi di natura offensiva. "Si parla tanto di armi in questi giorni. Stiamo parlando tanto di armi e noi l'abbiamo detto forte come Movimento 5 Stelle: l'Italia non deve dare un contributo al riarmo". Anche frange del PD e della Lega mostrano perplessità. Il Sottosegretario alla Difesa, Mulè Forza Italia, chiarisce che al momento non c'è stato cambio di tipologia nelle forniture di armi all'Ucraina rispetto a quanto già stabilito dal Parlamento.