Tra poche ore Kiev, in missione diplomatica, e poi Mosca probabilmente a metà di questa settimana. La diplomazia italiana, con Il ministro Luigi Di Maio, toccherà con mano su entrambi i fronti il rischio di una guerra lavorando per far sentire la voce italiana. Mentre il Parlamento, dichiara il presidente della Camera Roberto Fico, lavora per scongiurare l'escalation militare; giovedì saranno auditi infatti, in commissione esteri, gli ambasciatori italiani a Mosca e Kiev. Il nostro Ministro degli Esteri ha indicato nella via diplomatica la soluzione migliore. "Come Italia siamo determinati a passare a Mosca messaggi chiari, fermi, unitari in stretto coordinamento con i nostri partner e alleati dell'Unione Europea, NATO, OCSE che scoraggino qualsiasi aggressione o escalation al contempo manteniamo il nostro impegno per favorire una soluzione diplomatica e sostenibile anche nel quadro degli accordi di Minsk e del formato Normandia." L'Italia naturalmente si muoverà nel solco della NATO lavorando di concerto con gli alleati per una soluzione pacifica che è nell'interesse di tutti, secondo Romano Prodi che i nostri microfoni sottolinea: "Ragionevolmente, nessuno ha interesse a una guerra, poi gli incidenti possono sempre capitare. Ma questi non li possiamo prevedere; razionalmente Putin ci rimetterebbe l'ira di Dio da una guerra, gli occidentali cioè gli Stati Uniti abbiano già visto le tensioni che hanno, abbiamo già visto l'Afghanistan; ditemi in questo momento chi ha convenienza a una guerra." Per Enrico Letta Segretario PD serve unità e fermezza da parte dell'Europa; Matteo Salvini, il Segretario della Lega chiede al Governo di essere più protagonista. I timori, naturalmente, non sono solo di carattere militare; in ballo ci sono anche volumi economici che in una fase di ripartenza ancora fragile, possono spostare le lancette della ripresa più in là; come si sta già vedendo sul prezzo del gas e dell'energia elettrica, due fili strettamente legati al fronte ucraino.























