L'emergenza afghana, il futuro dei diritti della popolazione civile e delle donne, la questione dell' accoglienza dei profughi, il rischio terrorismo. Questi i principali temi sul tavolo della politica italiana. Tutti argomenti che andranno gestiti a livello internazionale per cercare di arginare una vera e propria catastrofe umanitaria. Luigi Di Maio, in occasione della riunione dei Ministri degli Esteri della NATO, ha ribadito la necessità di un'azione coerente e coordinata per garantire i diritti degli afghani e gestire un'evacuazione complicata ma che dovrà di fatto essere garantita. È fondamentale che l'aeroporto continui a funzionare per tutto il tempo necessario, ha sottolineato il titolare della Farnesina. La nostra priorità principale ora è la protezione dei civili. Un fronte comune per arginare l'espansione del terrorismo, collaborando con i paesi come il Pakistan, la Russia e la Cina che, lo ribadisce Luigi Di Maio, su quei territori hanno sì tanti interessi ma anche tanta influenza. Una visione condivisa con Mario Draghi, che continua a lavorare per una riunione straordinaria del G20, proprio per riunire intorno allo stesso tavolo le principali potenze economiche mondiali. Dovrebbe tenersi in Italia, che presiede la sessione attuale, a settembre, anticipando l'incontro già previsto per il mese di ottobre. E proprio nel nostro Paese scoppia la polemica dopo le parole di Giuseppe Conte sulla possibilità di trattare con i talebani, che secondo il leader dei 5 Stelle avrebbero mostrato atteggiamenti distensivi. Un giudizio che ha provocato la reazione indignata di tutte le forze politiche e creato malumori anche tra i pentastellati. È stato proprio Luigi Di Maio a prendere le distanze durante l'ultima riunione del G7, dicendo che più che sulle parole i giudizi dovranno essere dati sui fatti. Sempre sull'emergenza afghana, in particolare sul rischio di un'immigrazione incontrollata, si sono confrontati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi a Villa Certosa, esprimendo grande preoccupazione per l'avanzata dei talebani.