Introdurre l'obbligo vaccinale nelle scuole oppure attendere fiduciosi il buon senso di insegnanti e studenti? Questo è il quesito a cui deve dare una risposta il Presidnete del Consiglio Mario Draghi cercando di mantenersi in equilibrio tra le posizioni dei vari partiti, a partire dalla Lega, contraria l'obbligo così come l'opposizione guidata da Fratelli d'Italia e i presidi che si rifiutano di fare i controllori e distribuire sanzioni. La questione non è solo spinosa, è anche molto urgente. La prima campanella suonerà all'inizio di settembre e la quota del personale scolastico non vaccinato cresce invece di diminuire. Succede perchè i dati delle scuole paritarie confluiscono al Ministero del Tesoro invece che a quello della Salute, le banche dati non comunicano tra loro, senza senza dimenticare i supplenti e i precari di varia natura, difficili da conteggiare. I non vaccinati nella scuola, al momento, sono il 15,17% del personale scolastico. Tre settimane fa, rapporto del 2 luglio, gli addetti del comparto scuola non coperti nemmeno da una dose erano il 14,81%. In 21 giorni i non immunizzati sono aumentati di 6.000. La buona notizia arriva dalla massiccia corsa al vaccino degli ultimi giorni. Le adesioni sono triplicate. Insomma, un settore che preoccupa soprattutto Draghi e soprattutto dopo il rapporto Invalsi. Il Presidente del Consiglio vuole a tutti i costi evitare un altro anno in DAD. Il Generale Figliuolo ha chiesto alle Regioni entro il 20 agosto un rapporto numerico dettagliato su quanti ancora non sono vaccinati nell’intero comparto. Poi si tireranno le somme, e potrà arrivare l'introduzione dell'obbligo vaccinale per il personale scolastico, come propone un DDL targato Forza Italia. C'è poco tempo. Pochissimo secondo l'associazione presidi che invoca decisioni politiche.