Il percorso è iniziato, nelle prossime ore sarà definito un calendario di incontri con tavoli tecnici. Sulla futura riforma delle pensioni, che potrebbe scattare dal 2023. Inizia il cantiere dei lavori tra Governo e sindacati. Due i paletti invalicabili per l'esecutivo, che il sistema sia sostenibile nel medio lungo periodo, e che il calcolo sia contributivo. Si va in pensione con quanto si è versato. L'esecutivo, ha anche precisato che il confronto sarà prima con le parti sociali, solo dopo con i partiti. Il dialogo continua, commenta il Ministro del Lavoro Orlando, e può contribuire a far fare passi avanti per i diritti di lavoratrici e lavoratori. Flessibilità in uscita, pensioni complementari e precarietà giovanile, i temi su cui ci saranno i confronti. "Abbiamo posto la questione della flessibilità in ufficio, che vuol dire da 62 anni la possibilità di uscire, che vuol dire, i 41 anni di contributi per poter andare in pensione senza vincoli di età. E allo stesso tempo, abbiamo posto il fatto che occorre rivedere un sistema, che fa dell'aspettativa di vita un elemento medio. L'aspettativa di vita, è diversa a seconda dei lavori che vengono fatti". "Bisogna, discutere prioritariamente di pensione di garanzia, per i giovani e le donne. Di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro. Di come rendere l'Ape sociale strutturale, per venire incontro al tema del lavoro usurante, pesante, rischioso, faticoso. E poi c'è il tema, di come incentiviamo l'adesione alla previdenza complementare, soprattutto per i giovani e per le donne". Dunque Draghi apre alla riforma della Legge Fornero, ma solo se sostenibile e coerente al sistema europeo.























