Dalla Russia all'Ungheria alla Spagna passando per Berlino e Bruxelles. Si veste di Europa e di politica estera l'ultima fase della campagna elettorale. Toni sempre più accesi e qualche contestazione di piazza, un'escalation che vede uno scontro a tutto campo tra i leader. Ultima occasione di polemica l'endorsement del Cancelliere tedesco Scholz a favore dei Democratici e contro la possibile vittoria, che viene definita dalla Spd, dei post-fascisti. Enrico Letta mette in cantiere l'asse con Berlino e accusa la Meloni di aver usato toni sopra le righe perché, dice, figlia di un'ideologia autarchica provinciale che non aiuterebbe il Paese. Gli interessi dell'Italia, aggiunge, si difendono nell'unione. Parole che seguono il duro attacco della leader di Fratelli d'Italia al segretario PD che, dice, baratta l'interesse della Nazione mettendo in mezzo i poteri stranieri che lo ricompensano per il suo silenzio sul tetto del gas. E non solo, si augura che il risultato in Italia faccia da volano ai gemelli spagnoli dell'ultradestra di Vox. A difesa della Meloni, Silvio Berlusconi che ribadisce in Forza Italia la garanzia di atlantismo e, pur sottolineando le differenti idee e origini con la Destra italiana, rimarca "è ridicolo parlare di rischi per la democrazia". Cavaliere che poi vede un ruolo di rilievo in futuro per Draghi, bocciato però da Salvini: "Niente tecnici", spiega il numero uno del Carroccio che insiste sullo scostamento di bilancio per tamponare il caro bollette: "Meloni si convincerà", assicura. Dal Terzo Polo Calenda ne ha per tutti. "Il problema non è il fascismo ma il rischio che con il Centro-Destra il Paese vada allo sfascio". Al Pd manda a dire: "Non si va in altri stati a fare atto di vassallaggio". Ai Dem si rivolge polemicamente anche Conte: "Arrogante dare patenti di legittimità democratica", ma Meloni e Salvini sono inidonei a governare". "Siamo scomodi, abbiamo tutti contro", conclude il leader 5 Stelle.