Un'estensione dell'utilizzo delle intercettazioni e la creazione di un archivio centralizzato dove conservarle garantendone la segretezza. Sono questi i principali provvedimenti contenuti nel cosiddetto decreto Omnibus Giustizia approvato dal Consiglio dei Ministri. Nel provvedimento viene esplicitamente esteso l'utilizzo delle intercettazioni alle indagini per i reati legati al traffico illecito di rifiuti, alle fattispecie aggravate dal metodo mafioso, ai sequestri di persona con finalità estorsive al terrorismo. Reati per i quali, una recente sentenza della Cassazione che aveva ridefinito il concetto di criminalità organizzata, rischiava di rendere inutilizzabili le intercettazioni disposte sulla base della giurisprudenza precedente per i delitti non associativi. "Noi abbiamo colmato delle lacune e dato una sorta di sigillo a quelli che sono i reati più gravi per i quali queste intercettazioni sono possibili." Il decreto prevede anche l'introduzione di una sorta di banca dati distrettuale delle intercettazioni. Si chiameranno infrastrutture digitali centralizzate, serviranno per immagazzinare tutte le captazioni disposte dai singoli Pubblici Ministeri e saranno raccolte in una cassaforte unica in cui ogni procura conserverà la propria casella. L'organizzazione sorveglianza sulle attività di ascolto resterà nelle mani dei Procuratori capo mentre il Ministero della Giustizia si occuperà dell'allestimento e della manutenzione delle infrastrutture con esclusione dell'accesso ai dati in chiaro. Nel provvedimento è contenuto poi un inasprimento delle pene per chi provoca incendi con un aumento da quattro a sei anni come pena base minima e la destinazione dell'otto per mille al recupero delle tossicodipendenze e delle altre dipendenze patologiche.