E poi dicono che qui da noi alla politica italiana manca la classe dirigente. In poche ore prima il New York Times, il foglio dei progressisti illuminati della costa est degli Stati Uniti, quelli che hanno perso, e poi Politico Europe, qualcuno lo definisce la voce della cosiddetta bolla bruxellese quelli che governano l'Europa ma sostanzialmente ne vivono fuori, beh le due testate incorono Giorgia Meloni come la più potente, la regina d'Europa. E invece il re di Spagna in solennissima visita a Roma, Quirinale, Villa Pamphili, Senato e Camera, dice che Sergio Mattarella non solo è un punto di riferimento per gli italiani, se sia convinzione o auspicio non si sa, ma anche per molti capi di stato. Allora risolto positivamente il dubbio sul basso livello della classe politica in questo paese tutto questo lodare i nostri leader qualche riflessione la impone. Tipo: che ne pensa Von der Leyen della primazia di Meloni nella percezione di media leader in due continenti? Come stampella per la sua ondivaga maggioranza è decisamente sprecata. Come co-presidente di fatto improponibile. O quantomeno inconfessabile. Altra riflessione è imposta dalla convivenza, in Francia la chiamavano coabitazione, non so se il termine è ancora in voga, visti i sussulti della politica parigina, ecco la convivenza dicevo tra Meloni e Mattarella. C'è da scommettere cifre anche importanti che i due non si scontreranno mai ma è evidente che rappresentano visioni diverse dell'Italia e dell'Europa. Se si ricordano le tante cose dette sui vari argomenti interni, noi lo facciamo spesso qui, la diversità è evidente. Sull'Europa pure. Ai reali di Spagna Mattarella ha consegnato l'ennesimo monito sull'unione: serve una riforma complessiva, metodi decisionali, rilancio della competitività, difesa comune europea. Ora è impossibile sostenere che Meloni sia contro questa visione. Però parte importante del potere che sia Politico che il New York Times le attribuiscono consiste nel suo presunto compito o volontà politica di portare il trumpismo in Europa. Potrebbe significare che è la mediatrice ideale per comporre con reciproco vantaggio i molto differenti interessi delle due sponde dell'Atlantico. Oppure che può diventare il migliore agente in Europa dell'idea del presidente eletto: l'America grande e il resto chi se ne frega. Date un'occhiata al post di Elon Musk che dipinge la Commissione Europea come un monumento alla cattiva burocrazia. Ma magari è a fin di bene, chissà.