L'imperativo è mettere mano al Partito Democratico senza che sembri solo un'operazione di facciata con l'elezione di un leader come panacea. La rifondazione Dem, avverrà in diverse tappe: in prima battuta il 6 ottobre si riunirà la direzione al Nazzareno e a stretto giro dovrebbe essere convocata l'assemblea nazionale, che indicherà modalità e tempi, per un congresso costituente, che solo al suo compimento, dovrebbe organizzare le primarie per eleggere il nuovo Segretario che potrebbe avvenire tra marzo e aprile. L'obiettivo è mettere in discussione tutto: la natura, la missione del partito, i contenuti, il simbolo e la sua classe dirigente. "Milioni di persone cercano una sinistra con l'anima, vicina, seria, popolare e il PD deve ritrovare quotidianamente il suo popolo, con i suoi problemi e le sue speranze. Questo deve essere il congresso aperto." C'è poi il capitolo alleanze con una parte del PD, che dopo il divorzio, punta a tornare all'altare con il Movimento 5 Stelle e chi invece subisce il richiamo delle sirene centriste di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Da quando Enrico Letta ha annunciato che lascerà la guida del Nazareno, le candidature in casa Dem sono fioccate, anche se non sono ancora ufficiali: il Governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, la sua vice in Regione Ely Schlein, l'ex-ministra Paola de Micheli, il vice Segretario Dem Peppe Provenzano, il Partito dei Sindaci con Dario Nardella primo cittadino di Firenze e Matteo Ricci sindaco di Pesaro. Da Milano, dove ha incontrato gli elettori che hanno premiato il Terzo Paolo, Matteo Renzi ha già scritto l'epitaffio del PD: "L'unica persona che Giorgia deve ringraziare è Enrico Letta. Enrico Letta ha sbagliato tutto ed è chiaro agli occhi di tutti. Dopodiché io sono l'ultima poterlo dire perché tornano subito le polemiche, le vicende personali. Ma penso che dopo questa campagna elettorale incredibile del PD, masochista del PD, tutti abbiano piena consapevolezza di questo. Noi sappiamo che ormai il PD è il passato di questo Paese.".