Uniti subito, uniti dopo. Leader unico oppure no. Il centrodestra guarda al proprio futuro, alle prossime amministrative, ma soprattutto alle politiche che verranno. Quando, ancora non si sa; come, nemmeno. Già. Perché l’ipotesi di un proporzionale puro, più o meno l’attuale sistema uscito dalla pronuncia della Consulta, o di un proporzionale con premio alla coalizione cambierebbe e non di poco gli schemi. Silvio Berlusconi oggi mette in campo il nome di Luca Zaia: “se non potrò tornare in pista io –dice l’ex Premier –, il centrodestra dovrà trovare qualcuno al suo interno. Il Governatore del Veneto si sta comportando molto bene. Dico Zaia, o qualcun altro, in grado di emergere e convincere tutti”. Offerta che lo stesso Zaia, in conferenza stampa con Salvini, liquida così: “Per me questa è una manfrina. Per quanto riguarda la Lega, il candidato ce l’abbiamo già, è Matteo Salvini”. “Noi siamo una squadra, nessuno metterà zizzania tra noi”, chiarisce Salvini, che poi frena sull’ipotesi di un listone unitario, lanciato da Giorgia Meloni, ma con delle condizioni e un programma sovranista: le primarie e una clausola anti-inciucio, che impedisca un eventuale grande coalizione post-elettorale. Di sicuro Berlusconi continua a sperare nella sentenza della Corte di Strasburgo e in una sua riabilitazione pre-estiva, pronto così ad ogni scenario per l’autunno.