Una legge che riporta ad anni di battaglie, da Eluana a dj Fabo. Dibattiti pubblici e un’avventura parlamentare durata anni su un tema di forte impatto etico e civile, fra libertà di scelta, difesa della vita, lotta per la dignità della persona. La legge sul biotestamento punta a regolare la fine vita e a introdurre la possibilità, per chi vuole, di sottoscrivere le disposizioni anticipate di trattamento, le sue volontà. Ecco i punti qualificanti del testo. Nel rispetto della Costituzione, l’articolo 1 prevede che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o proseguito se privo del consenso informato della persona interessata. La volontà espressa può essere sempre modificata. Per quanto riguarda i minori, il consenso è sempre espresso dai genitori o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della sua volontà. L’articolo 3 prevede che ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso le Disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari. Le DAT devono essere redatte come atto pubblico o per scrittura privata con sottoscrizione autenticata. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione. Rispetto all’evoluzione della patologia può essere, dunque, realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra paziente e dottore, vincolante per il medico.