Il Rosatellum è il presente, il Brescellum è il possibile futuro ma nei tempi della legge elettorale manca il verbo della politica, che come insegnano i capitoli precedenti, declina le opzioni in base alle convenienze più che alle reali esigenze del sistema. Ora soffia forte il vento del proporzionale, sospinto dal PD di un Enrico Letta che da sostenitore del maggioritario, sembra aver cambiato decisamente rotta. La proposta dem trova sponde a sinistra ma anche in un centrodestra che vive da separato in casa. Forti invece le resistenze da parte di quel progetto di grande centro su cui Matteo Renzi e Toti stanno lavorando. Col sistema attuale il 37% dei parlamentari viene eletto con il maggioritario, vince insomma chi prende un voto più degli altri. Il restante viene eletto con liste bloccate e conteggio proporzionale. Di fatto le coalizioni sono una necessità per vincere. Con un Parlamento ridotto però alcuni temono l'effetto asso pigliatutto. Il Brescellum è il punto fermo in questa discussione fluida. Giace in commissione da più di un anno, è un sistema puramente proporzionale con sbarramento al 5%. Le alleanze insomma si formano dopo in Parlamento, nessun matrimonio forzato. Da qui si ripartirà ma sarà probabilmente una corsa lunga e tortuosa che potrebbe avere una prima tappa importante con la Riforma dei Regolamenti Parlamentari a cominciare da un giro di vite sui cambi di casacca. Il discorso del presidente Mattarella ha indicato la strada delle riforme, tra gli applausi di tutti, ma tutti mentre applaudivano sapevano che di legge elettorale è molto più facile discuterne che cambiarla, insieme davvero.