Vede il Presidente del consiglio, Mario Draghi, Enrico Letta. Un colloquio cordiale e positivo 360 gradi, così viene definito un faccia a faccia che sta nel giro di confronti ad altissimo livello che il segretario sta conducendo. Mercoledì sarà la volta della Presidente del Senato, Casellati, mentre c'è già stato quello con Roberto Fico. Eppure in queste stesse ore, sembra sempre più difficile credere che, dal partito gli risparmieranno resistenze tensioni. Le ultime sono quelle crescenti per aver dato l'indicazione a guidare i deputati e senatori, debbano essere due donne di qualità, le definisce. A Montecitorio, Graziano del Rio, per ora si è limitato a rivendicare l'autonomia dei gruppi. Ma a Palazzo Madama della Marcucci area base riformista da sempre vicinissimo a Renzi non pare propenso alle dimissioni tanto che l'assemblea, prevista tra poche ore, anche la Camera fa un primo esame, senza arrivare a quanto pare è una decisione sui nuovi capigruppo. Per ora circolano diversi nomi Malpezzi fedeli Bini Pinotti per il Senato. E ancora, Serracchiani Ascani Rocca Madia per la Camera. Ma a far discutere, è ovviamente anche il rapporto con gli altri partiti con alcuni il dialogo appare in discesa. Il Pd precedente si era chiuso. Secondo me in modo asfittico sull'alleanza col Movimento 5 Stelle sono fiducioso. Certo, Enrico Letta, aprirà un confronto con altre forze politiche rispetto al Pd. Se Renzi è stato netto nel chiedere al neo segretario di scegliete riformisti populisti altrettanto è stato Letta nel chiarire che l'alleanza con il Movimento 5 Stelle sta nel futuro Dem, ma un percorso che piace al Presidente della Camera, Fico, credo si debba ripartire da quanto fatto nei mesi scorsi, ma con autonomia dice la terza carica dello stato, minori in cui suo partito deve trasformarsi, attende che Giuseppe Conte lo disegni scioglie i nodi del rapporto con gli eletti e con i big, ma anche quelli sempre più difficili con la piattaforma Russeau.