A poche ore dall'incontro tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, il Governo naviga a vista, senza un accordo, con la maggioranza spaccata sul decreto aiuti: un provvedimento su cui il governo non ha ancora messo la fiducia. Tutto rinviato alle prossime ore perché il Movimento chiede, tra le altre cose, modifiche alla norma sul superbonus; ma il Ministero dell'Economia non ha dato l'assenso perché mancherebbe la copertura finanziaria: 3 miliardi. Non è solo un problema tecnico però: la questione è tutta politica. Se si modificasse un decreto solo su richiesta di un partito, cosa impedirebbe agli altri di pretendere la stessa attenzione su altri provvedimenti? Così la presidenza prende tempo. Valuteremo nelle prossime ore come procedere, dice il ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà. Il resto della maggioranza, infatti, chiede una rapida approvazione, anche col voto di fiducia ed è probabile che si andrà in questa direzione senza nessuna mediazione. Celerità chiede soprattutto la Lega che, insoddisfatta dei risultati delle elezioni, pretende risposte da Draghi sulle priorità sottolineate da Salvini. Una Lega che sembra al suo interno non vivere un momento di idilliaca unità con l'ala più governista che sembra poco sensibile alle suggestioni di un abbandono dell' esecutivo. Draghi dovrà dunque cercare un punto di equilibrio sempre più difficile. Le elezioni politiche all'orizzonte spingono i partiti a piantare bandierine e puntare i piedi proprio all'ultimo miglio della legislatura. In questo crescendo di tensione, arriva l'incontro tra Draghi e Conte che segnerà la giornata e forse il destino del Governo. Serve stabilità, dice preoccupato Enrico Letta, Segretario del PD: spero in un chiarimento tra i due.