Per la Legge di Stabilità siamo allo sprint finale prima dello sbarco in Parlamento e nella Maggioranza la tassa sugli extraprofitti torna ad accendere gli animi. Martedì il documento programmatico di bilancio approda in Consiglio dei Ministri per il via libera, per poi essere inviato a Bruxelles che lo dovrà vidimare. A stretto giro verrà presentata la manovra da trasmettere alle Camere il 20 ottobre e l'esame partirà da Montecitorio. Dopo la minaccia formulata dal Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che per tagliare la spesa dei ministeri per risparmiare circa 3 miliardi, fa sapere di poter indossare i panni del cattivo, è il leader di Forza Italia Antonio Tajani, a mettere in guardia da chi nella compagine di governo pensa di poter giocare in perfetta solitudine. "La manovra non sarà facile", dice, "ma la dobbiamo scrivere tutti assieme. Non c'è uno che la scrive e gli altri che l'approvano". Forza Italia non vuol sentir parlare di nuovi balzelli e sulla tassa sugli extra profitti, Tajani taglia corto: "Non possiamo pensare di fare la guerra alle banche. È una cosa da Unione Sovietica". Una presa di posizione che non piace alla Lega. "Far pagare i banchieri non gli operai", ha detto domenica scorsa Matteo Salvini sul palco di Pontida. "Un messaggio inequivocabile", afferma il vicesegretario Andrea Crippa, "e soprattutto condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani". Dall'Opposizione Benedetto Della Vedova di +Europa accusa il Governo di improvvisazione: "Dalle parti della Maggioranza avvertono che la manovra non è ancora scritta. È evidente che Meloni si muova a tentoni, la situazione è oggettivamente difficile, ma la Presidente del Consiglio mostra di non saper abbandonare la demagogia e la propaganda".