Mattarella bis, Draghi mediatore: necessario per il Paese

30 gen 2022
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La domanda è secca, la risposta altrettanto. L'unica via per evitare il crollo del sistema politico e lasciare le cose così come sono. Mario Draghi è perentorio quando Sergio Mattarella gli chiede come uscire da questo stallo pericoloso. Il Premier sa di chiedere un enorme sacrificio al Capo dello Stato uscente ma la questione non è più sondare una eventuale disponibilità, ma evitare l'implosione dei partiti e con essi la legislatura. Un disastro che l'Italia non può permettersi pena la perdita dei fondi del PNRR. Deve restare per il bene e la stabilità del Paese, le parole pronunciate da Draghi. I due Presidenti si appartano per mezz'ora e quando il Premier rientra a Palazzo Chigi alza il telefono e chiama tutti i Leader di partito. A quel punto la strada è tracciata, l'accordo è fatto. Sulla carta vincono tutti ma tutti rinunciano a qualcosa. Anche nella sede del Governo tirano un sospiro di sollievo, il rischio che tutto saltasse era davvero vicino. La rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è una splendida notizia per gli italiani, scriverà Draghi subito dopo la rielezione. Sono grato al Presidente per la sua scelta di assecondare la fortissima volontà del Parlamento di rileggerlo per un secondo mandato. Da lunedì si deve tornare a correre, suturando le ferite di questi giorni tra i partiti e, a cascata, anche tra i Ministri. Anche loro divisi tra chi ha battagliato perché al Colle salisse Draghi e chi invece ha cercato di bloccargli la corsa. Un braccio di ferro che deve diventare un passato neppure da ricordare, anche se non sarà facile. Girano voci di Giorgetti pronto a dimettersi. Per il momento non è così ma, dopo un faccia a faccia con Salvini, viene chiesto un incontro con lo stesso Draghi. Per affrontare questa nuova fase serve una messa a punto, serve un cambio di codice di condotta tra gli alleati. Poco dopo si aggrega Giuseppe Conte, chiede un nuovo patto di legislatura. Parole che danno il senso della sfida che comincia lunedì con all'orizzonte riforme inderogabili, referendum, elezioni amministrative. Il tutto prima di politiche che cambieranno forma e numeri del Parlamento. Tenere tutto insieme non sarà per nulla semplice.

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