In questi mesi complicati, a Roma come a Bruxelles, abbia non il diritto ma il dovere di lavorare per la pace, di lavorare per la pace. Non si può sentir parlare, come se fosse una cosa normale da parte di qualche leader europeo o dell'ipotesi di mandare soldati europei, di mandare i nostri figli a combattere e a morire al di fuori dei confini europei.