Quella sui rave è una norma di cui vado fiera, l'Italia non sarà più maglia nera in tema di sicurezza. A fine giornata Giorgia Meloni interviene in prima persona per cercare di arginare l'ondata di polemiche che hanno travolto il Governo dopo il decreto di lunedì, il nodo non è tanto la questione rave, ma la potenziale ambiguità legata al modo in cui è scritta la norma che rischia di estendere, a molteplici attività, un reato che può venire a costare fino sei anni di carcere. Per la Premier sono solo speculazioni, vorrei rassicurare i cittadini che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso, scrive la Meloni su Facebook. Tra poche ore intanto il suo debutto a Bruxelles; incontrerà i vertici delle istituzioni comunitarie. La linea è chiara, l'Italia è e resta in Europa, rispetta le regole, ma non per questo non discuterà per cambiare quelle che non funzionano; a cominciare da un maggiore impegno per condividere il peso della crisi energetica che non è una questione nazionale bensì un problema globale e come tale deve essere affrontato. Nel frattempo hanno giurato i sottosegretari, venerdì un Consiglio dei Ministri per definire le deleghe ai vari dicasteri, compreso il nodo Guardia Costiera, se sotto Salvini o sotto Musumeci e poi l'aggiornamento del documento di Economia e Finanza con la contezza di quante risorse si potranno avere a disposizione per manovra e interventi sull'energia. La Premier mette le mani avanti anche per i desiderata degli alleati, che ogni giorno stilano una lista infinita di promesse ed ambizioni, i soldi sono pochi e quelli che ci sono serviranno a coprire il taglio delle bollette per chi è in difficoltà.