La contesa su quanto sia convincente, quindi accettabile, l'antifascismo espresso dagli esponenti del Centro-Destra, specie ora che sono al Governo, è come da traduzione da decenni protagonista politica della giornata del 25 aprile. Giorgia Meloni partecipa con tutte le alte istituzioni, a partire dal Capo dello Stato, alla cerimonia all'Altare della Patria e fa un post in cui si celebra la liberazione che con la fine del Fascismo, scrive, pose le basi per il ritorno della democrazia e la cosa però non sembra abbastanza al Centro-Sinistra, che insiste per una biura più netta. Del resto Meloni ribadisce poi la versione a tutti i regimi autoritari e totalitari di ieri e di oggi. Elly Schlein da Milano. dove partecipa al corteo, sottolinea come sia importante celebrare quell'Italia che è stata dalla parte giusta della storia. Conte, che va a una mostra sulle donne impegnate nella resistenza, si concentra sui valori costituzionali che secondo lui questo Governo scalfirebbe con la sua corsa al riarmo e ai tagli alla sanità. Carlo Calenda lo dice proprio: Meloni farebbe bene a dichiararsi antifascista almeno una volta e poi non se ne parli più. In realtà anche da tutti i leader di Centro-Destra la liberazione viene celebrata così come le vittime innocenti del Nazifascismo, parole di Tajani, ma il parallelo con altri regimi come quello Comunista compare a più riprese, come per esempio nelle dichiarazioni di Salvini. E ancora una volta arriva l'indignazione di tutto il mondo politico, pur se con toni diversi, per il disordine ai cortei con i gruppi di filo palestinesi che prendono di mira le brigate ebraiche.