Mentre sul fronte europeo la solidarietà fatica a tradursi in atti concreti e i migranti continuano a sbarcare nei nostri porti, l’Italia cerca di imprimere un’evoluzione positiva sulla sponda libica, da dove quei barconi prendono il mare. Marco Minniti è tornato a Tripoli per incontrare il premier Al Sarraj ma anche tredici Sindaci, tredici capi tribù del sud del Paese, alcuni già ricevuti a febbraio al Viminale. A loro il Ministro dell’interno, accompagnato dal Presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, ha proposto un patto per liberare le nostre terre dai trafficanti di uomini. “Grazie per questa opportunità storica di presentare progetti per lo sviluppo delle comunità colpite”, la reazione dei Sindaci, mentre Al Sarraj, riferiscono dalla nostra ambasciata, ha promesso che la Libia farà tutto ciò che può per lavorare con l’Italia e alleggerire la pressione sulle coste. Stabilizzare la Libia è condizione indispensabile per risolvere l’emergenza migranti. Su questo è d’accordo un’Europa che per il resto cammina con passo diverso, come dimostra l’ennesimo vertice con la cancelliera tedesca Merkel e il Presidente francese Macron, il cui esito lo stesso Paolo Gentiloni ha definito “insufficiente”. Ma l’atteggiamento del Governo verso i partner europei è considerato troppo morbido dall’opposizione. Impotenza deprimente, secondo Forza Italia che, con la Lega, chiede la chiusura immediata dei porti italiani e l’uscita dalla missione Triton. Sulle responsabilità del Governo, nella definizione di quell’accordo, continua a puntare i riflettori il Movimento 5 Stelle. Renzi e il PD prima ci hanno svenduto per 80 euro trasformandoci nel porto d’Europa e poi se ne sono lavati le mani, accusa Luigi Di Maio che nelle prossime ore sarà alla frontiera di Ventimiglia. Intanto il Segretario DEM insiste: “Ho detto aiutiamoli davvero a casa loro”. Noi, rivendica Renzi, abbiamo triplicato i fondi per la cooperazione internazionale.