Annunciati come un modello innovativo per la gestione dei migranti, guardati con interesse da molti altri paesi europei, ma forieri di aspre polemiche con le opposizioni, i centri di accoglienza italiani su suolo albanese, che dovevano diventare operativi ad agosto, dovrebbero partire nelle loro attività nei prossimi giorni. Quando, parole del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, potranno iniziare a ospitare gli immigrati irregolari che dovessero partire dal nord Africa. "Noi contiamo di partire ma ovviamente tutto è legato a quanto avviene nel Mediterraneo. Tutto dipende dall'attività dei trafficanti", spiega il titolare del Viminale che però ritiene realistico che le prime persone, fino a 400 in questa prima fase, verranno accompagnate nei prossimi giorni nei centri. Due strutture, sempre secondo il Ministro, analoghe a quelle presenti sul territorio nazionale, di contenimento leggero, non dei Cpr. Non c'è filo spinato, c'è assistenza. Tutti possono fare richiesta di protezione internazionale. Le strutture di fatto sono due: un hot spot al porto di Schengjin, dove i migranti verranno identificati, per poi essere trasferiti a Gjader, una ventina di km all'interno. Ma sull'iter seguito per la realizzazione si aprono aspre polemiche. Sono già pronte le interrogazioni parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra e del PD, con la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che promette battaglia. In base a ricostruzioni della stampa, secondo la leader DEM, si sarebbero fatti affidamenti diretti milionari e senza trasparenza. 800 milioni complessivi che secondo Schlein avremmo potuto mettere sulla sanità. Opacità che secondo le opposizioni si sommano al rischio di spreco di risorse, con il fallimento di tutto il piano. Una sentenza della Corte di giustizia europea potrebbe infatti mettere in crisi il piano del Governo, perchè impedirebbe di considerare come sicuri Stati che al momento il nostro Paese considera invece tali come Tunisia, Egitto e Bangladesh, con il risultato di dover rimettere in libertà i migranti, che però, ribadisce in queste ore il Presidente Edi Riama, in base all'accordo non possano uscire dalle strutture e girare liberamente in Albania.