Un testo al quale i tecnici di Palazzo Chigi hanno lavorato fino all'ultimo. Nero su bianco le ultime limature al protocollo d'Intesa con l'Albania sui migranti siglato lo scorso 6 novembre serviranno ad accelerare i tempi per la realizzazione delle strutture destinate a ospitare già nei primi sei mesi del 2024 i richiedenti asilo salvati da navi militari italiane. Un massimo di 3000 anche se inizialmente saranno solo 720. Si tratta di migranti provenienti da Paesi sicuri e quindi destinati ad una più che probabile espulsione. Accordo che porta con sé tutto uno strascico di polemiche e tensioni anche all' interno dell' Esecutivo. Le due questioni spinose restano però l'operatività del patto e soprattutto le coperture finanziarie. Su quest'ultimo fronte più controverso le cifre parlano di una spesa per il primo anno di circa 200 milioni cui poi aggiungere gli oneri per i successivi quattro anni il che porterebbe il costo totale dell'operazione ad avvicinarsi al miliardo. L'obiettivo è quello di contenere al massimo, come? Una delle strade che si vogliono percorrere ad esempio è quella della teleconferenza, due i centri: un hotspot e un centro di trattenimento che verrebbero di fatto considerati territorio italiano a tutti gli effetti. In pratica delle Ambasciate, una Commissione per vagliare le richieste di asilo sarà insediata in loco mentre il foro competente per la giurisdizione sarà collegato in videoconferenza tutte le volte che sarà necessaria un'audizione. I migranti soccorsi potranno quindi presentare richieste di asilo e chi proviene da un Paese sicuro potrà essere trattenuto mentre, quanto ai rimpatri i migranti ai quali verrà negato il permesso saranno rinchiusi nell'ala destinata al centro di permanenza in attesa di essere rimandati a casa.