“Fabo è libero, la politica ha perso”: così commenta l’associazione Luca Coscioni, a poche ore dalla morte del dj. I Radicali aggiungono: “dispiace che per essere libero abbia dovuto andarsene lontano”. Fabo è morto. Ora è la volta delle dichiarazioni politiche, in attesa che la proposta di legge sul biotestamento, licenziata dalla Commissione affari sociali più di una settimana fa, possa andare in Aula per la discussione. Un testo che si propone di regolare solo quell’aspetto del fine vita che riguarda le proprie volontà circa le cure mediche. Il percorso è pieno di ostacoli: i tempi parlamentari, ma soprattutto l’area cattolica della maggioranza di governo, anche parte della Lega e del centrodestra, che non condividono alcune norme perché equiparate a forme di eutanasia: “La nostra opposizione a questa legge nasce dal fatto che non è sufficientemente chiaro il suo no all’eutanasia in qualunque delle forme previste, attiva o passiva”. “È una materia assolutamente delicata. Non ci devono essere forzature, né regolamentari, né parlamentari, come purtroppo abbiamo visto nelle scorse settimane qui alla Camera. Ci vuole grande rispetto per il dolore delle persone”. E se il Capogruppo del Pd, Rosato, difende la legge perché guarda in faccia i problemi, Salvini, della Lega, sottolinea come sia necessario garantire la libera scelta, ma che uno Stato serio dovrebbe anche assicurare una vita dignitosa a chi invece vuole continuare a combattere, e ai suoi familiari. La Sinistra italiana, così Fratoianni: “Le istituzioni di questo Paese non sono in grado di mettersi in sintonia con la realtà del Paese. È ora di finirla, è ora di mettere fuori tutte e due i piedi dal Medioevo”. Favorevole al biotestamento il Movimento 5 Stelle. Ma Di Maio ammette: non è questo il problema, non esiste un Parlamento che lavora, c’è un Parlamento che galleggia.