Il varo ufficiale di Articolo 1, quelli che i giornalisti definiscono gli scissionisti del PD, è a Napoli, Stazione Marittima. Saloni gremiti all’inverosimile. Solo posti in piedi. Ci sono anche molte famiglie arrivate dall’entroterra napoletano tra gli invitati; per loro, è una gita fuori porta: autobus, pizza e Coca Cola pagata da chi ha organizzato. “Siamo a Napoli perché abbiamo voluto sottolineare il rilievo che diamo alla questione del Mezzogiorno, che oggi è sicuramente la punta emergente di un grande dramma sociale che investe il Paese”. “Noi stiamo correndo. Pochi giorni fa abbiamo presentato il simbolo. Abbiamo bisogno, ora, di radicarci in tutti i territori e di far partire la nostra macchina organizzativa, ma non mi spaventa questo. Quando c’è la politica tutto funziona. Qui c’è un popolo che noi possiamo e dobbiamo rappresentare”. Insomma, l’obiettivo è il PD di Renzi, con il quale bisogna provare a trovare un’intesa, in vista delle prossime elezioni amministrative, per evitare il dilagare dei 5 Stelle e il ritorno di un centrodestra forte, e non litigare troppo perché quest’anno o, sicuramente, l’anno prossimo, a fine legislatura, ci sono le elezioni politiche. “Noi ci mettiamo in movimento, facciamo la nostra parte. Anche altri si sveglino. È ora di darsi una mossa, o venendo con noi o parlando con noi, ma muovendosi”. Per ora il movimento democratico progressista punta a essere quel PD che Renzi avrebbe stravolto, fino a trasformarlo nel suo partito personale. In sala ad ascoltare c’è anche Luigi de Magistris, certo, Sindaco di Napoli, ma anche leader di DemA, il movimento politico rivoluzionario che con pezzi di Articolo 1 già dialoga.