L'accordo c’è, le polemiche pure. Da un lato l'intesa raggiunta nel governo, dall'altro lo strappo interno ai 5 Stelle e le critiche delle opposizioni. Un negoziato lungo e intenso per un dossier delicato, quello delle nomine nelle grandi partecipate del Tesoro, ancor di più a causa del contesto politico e sociale e delle emergenze in atto nel Paese. Arrivano così i vertici delle sette maggiori aziende pubbliche Enel, Eni, Leonardo, Poste Italiane, Terna, Mps ed ENAV. A guidare però la rivolta pentastellata ci ha pensato Alessandro di Battista che con un post su Facebook ha lanciato un appello ai suoi per bloccare alcune nomine, in particolare su tutte, la conferma all’Eni di Claudio Descalzi, poi comunque arrivata per tornare a rappresentare, si legge, il rinnovamento. Un documento firmato anche da diversi esponenti 5 Stelle di spicco tra cui Barbara Lezzi, Giulia Grillo e Ignazio Corrao e che di fatto contesta l'intesa raggiunta tra il premier Conte e il Pd e l'ala governista del Movimento guidata da Di Maio e Fraccaro. “Hanno fame di poltrone” attacca dalla Lega Salvini, “Se li spartiscono” aggiunge polemica Giorgia Meloni. Tra i vertici nominati si registrano conferme e novità. Terzo mandato da amministratore delegato per Descalzi all'Eni, appunto, dove alla presidenza arriverà la docente di diritto commerciale, ex consigliere di Tim e nel CdA de Il Fatto Quotidiano Lucia Calvosa, in quota 5 Stelle. Conferma anche all'Enel per Francesco Starace e così per Leonardo, con un mandato bis, per Alessandro Profumo affiancato dal nuovo Presidente, il direttore dell'Aise, Luciano Carta. Continuità alle Poste Ptaliane con Matteo Del Fante e Maria Bianca Farina, sempre presidente. Nuovo AD per Terna, sarà il capo dell’Acea romana Stefano Donnarumma con presidente Valentina Bosetti docente Bocconi. Guido Bastianini al Monte dei Paschi nazionalizzato, infine l'ENAV, società controllore dei voli civili, Paolo Simioni AD e Francesca Isgrò presidente.